Buon Martedì a tutti voi e a ciascun di voi.
Sono passati 19 giorni dall’invasione della Russia in Ucraina. E solo per ricordare sono passati ben 8 anni e 23 giorni dall’inizio della guerra tra i due popoli.
Aizzati, i popoli sia chiaro, come pugili intronati da politici, da venditori di armi – siano essi russi, europei o americani – i quali avevano la speranza o meglio l’illusione che la disparità di forza sul campo tra i due contendenti avesse ridotto all’osso il tempo del conflitto e massimizzato i guadagni delle loro aziende di morte.
E no, così non è stato.
Anche se tutte le borse del mondo la settimana scorsa, in coincidenza dell’incontro del 10 marzo tra i due ministri degli esteri di Ucraina e Russia, Dmytro Kuleba e Sergej Viktorovič Lavrov, in Turchia, avevano scommesso al rialzo sulla fine della guerra con le considerazioni che facevo poc’anzi.
E no, così non è stato, purtroppo, mentre le borse risalivano questa guerra contava e costava ulteriori vite, dolore e privazioni per tutti gli attori in scena.
E alla fine l’asticella della violenza si è alzata mentre le borse sono ricadute in profondo rosso.
E non è ancora finita.
Tra i futuri disagi che arriveranno da questo conflitto, e non dimentichiamo che veniamo da una pandemia di dolore, privazioni e “sospensioni costituzionali di necessità” sarà quello dell’approvvigionamento delle fonti energetiche e di colmare il vuoto creatosi fino a raggiungere l’autosufficienza.
Mentre il nostro Ministro degli Esteri vola in giro per il mondo a fare foto e abbracci insieme con l’amministratore di ENI per trovare energia forse tra due anni (se tutto va bene) il Presidente Draghi almeno sblocca in parte il nostro piano energetico rinnovabile.
Sono rimasto colpito, anche se il Ministro Cingolani l’aveva anticipata in una intervista, dalla notizia dell’approvazione di sei parchi eolici tra Puglia, Basilicata e Sardegna che assicureranno una ulteriore potenza pari a 418 Megawatt.
Il Consiglio dei Ministri, dopo tre anni di tiritera tra Comuni, Regioni, Ministeri, TAR, Consiglio di Stato e burocrazia spinta, ha sbloccato la realizzazione di sei parchi eolici ma erano anche quattro anni che erano fermi a palazzo Chigi.
Meglio tardi che mai.
E con la precisione sono: l’impianto eolico nel comune di Castelluccio dei Sauri (FG) – 43,2 MW; l’impianto eolico “Salice-La Paduletta”, nei comuni di Cerignola e Orta Nuova (FG) – 58,5 MW; l’impianto eolico nel comune di Sant’Agata di Puglia (FG) – 39,6 MW; l’impianto eolico “Montaratro”, nel comune di Troia (FG) – 121,9 MW; Il parco eolico “Nulvi Ploaghe” (SS) – 121,5 MW; il parco eolico “Corona Prima”, nel comune di Tricarico (MT) – 33 MW.
I sei parchi eolici si aggiungono ai due sbloccati lo scorso 18 febbraio, per una potenza di 65,5 MW da fonti rinnovabili: parco eolico nel comune di Melfi (PZ), loc. Monte Cervaro – 34 MW; e l’impianto eolico “Serra Giannina”, nei comuni di Genzano di Lucania e Banzi (PZ) – 31,5 MW.
Quindi dal 2021 sono stati approvati dal consiglio dei ministri 1,4 GigaWatt da fonti rinnovabili, contro i 70 Gigawatt che abbiamo deciso di introdurre fino al 2030. Di questo ne avevo già parlato nel podcast del 15 febbraio 22 – Gas e Guerra sulla crisi energetica.
Ce la faremo a portare a termine il nostro programma energetico? Spero di si!
Oltre a ridurre il riscaldamento della terra ed è già un gran vantaggio ci porterebbe anche ad una autonomia maggiore ed a non essere in balia dei produttori delle fonti energetiche tradizionali e non rinnovabili.
Abbiamo il sole, il vento, le aree calde ed il mare per renderci autonomi e vivere tutti meglio e in salute senza emissioni da combustibili .
Mentre noi studiamo come eliminare la burocrazia, assistiamo alle lite tra ministeri, constatiamo il veto del quartiere perché i progetti “sono belli ma non si fanno a casa mia” il resto del mondo cambia velocemente e si troverà, di nuovo, anni “luce” davanti a noi.
La Cina, ad esempio, ha fatto sapere che vuole aumentare la sua produzione di energia rinnovabile, e prevede di ottenere una ulteriore capacità eolica e solare di 450 GW realizzando impianti nel deserto del Gobi. La notizia è stata data dal direttore del National Development and Reform Commision (NDRC) cinese, He Lifeng.
L’obiettivo finale della Cina è ottenere energia dal sole e dal vento per un totale di 1200 GW entro il 2030. Nel 2021, il computo di questa capacità energetica è stato di 306 GW per il solare e 328 GW per l’eolico. Noi in Italia 1,4 GW in totale.
Giusto per fare un confronto, l’Italia ha bisogno mediamente di circa 38 GW di potenza elettrica lorda istantanea tra giorno e notte: la centrale che la Cina sta costruendo potrà produrre dieci volte la quantità di energia di cui avrebbe bisogno l’intera Italia.
La guerra in Ucraina ci sta mettendo di fronte ai nostri errori sulle fonti energetiche e sulle politiche di sviluppo del paese. Eppure le soluzioni, almeno per far fronte alla crisi energetica, c’erano e ci sono ancora: le rinnovabili.
Il fotovoltaico si può addirittura, adesso, installare sul balcone di casa e le norme si sono, almeno nell’intenzioni, allentate a favore dei cittadini..
La tecnologia davvero non può essere più la scusa ora. Abbiamo le capacità e le tecnologie ed ora è solo una questione di scelta politica e di lungimiranza di un popolo e dei suoi governanti.
Mi limito a questa riflessione sull’energia, come pungolo ma non mi fermerò ad oggi.
L’energia, l’acqua e la pace non sono ideologia, non sono politica ma sono la nostra vita.
Giuseppe Esposito
Buona settimana e scrivetemi su scrivimi@giuseppeesposito.it
Ci sentiamo martedì della prossima settimana sempre su Politicamente Scorretto.