Forse la bugia è decisamente più utile alla guerra di quanto non lo sia la verità. La menzogna fa da sempre parte della politica.
Tradizionalmente però la bugia era considerata un male necessario che chi comanda doveva tenere occulto ai sudditi. Anche i dittatori cercavano di nascondere le crudeli verità su cui i loro regimi si fondavano.
L’Iliade, il primo grande romanzo dell’Occidente, è la descrizione del passaggio che porta dall’uso brutale della forza all’uso sofisticato dell’intelligenza la cui prima espressione è l’inganno. La bugia a giustificazione dei conflitti.
E il moralista Platone afferma: “Mentire coscientemente e volutamente ha più valore che dire involontariamente la verità” Perché chi dice la verità conosce solo quella, mentre chi mente conosce la verità e la sua contraffazione. Alterare la verità non è cosa facile, anzi molto laboriosa ma sicuramente raggiunge lo scopo prefisso.
È avvenuto molto spesso nella storia dell’umanità che capi politici o militari dicano bugie per ottenere il sostegno pubblico prima di dare inizio a guerre sanguinarie e violente. E spesso le menzogne sono a supporto anche di chi riscrive la guerra.
Saltando di migliaia di anni di guerre e menzogne, solo per comodità di conversazione, mi vorrei soffermare a sottolineare solo alcune guerre o conflitti avvenuti negli ultimi cento anni.
Prima guerra mondiale o Grande Guerra.
Il 28 giugno del 1914 Francesco Ferdinando viene assassinato insieme a sua moglie a Sarajevo dove si trovava in visita ufficiale. L’attentatore, Gavrilo Princip, è uno studente appartenente ad un gruppo irredentista bosniaco.
Per il governo austroungarico, la responsabilità è in gran parte della Serbia, allora un giovane stato in rapida crescita, nonché un punto di riferimento per il nazionalismo slavo e dunque antiaustriaco nei Balcani.
Con l’appoggio tedesco, il 23 luglio l’Austria impone un provocatorio, quanto falso, ultimatum alla Serbia, chiedendo che l’inchiesta sull’attentato sia condotta da rappresentanti austriaci. In nome della propria sovranità nazionale, la Serbia rifiuta, peraltro abbastanza cordialmente. La decisone però era già stata presa e il 28 luglio l’Austria e Ungheria dichiarano guerra alla Serbia. È l’inizio della Prima Guerra Mondiale.
Nel 1915, anche, l’Italia entrava in guerra al fianco dell’Intesa contro gli Imperi centrali. Una scelta che ha segnato per sempre i destini del nostro Paese.
Il 24 maggio, in Italia si fa “memoria” della guerra dell’Italia nel primo grande conflitto mondiale. Tutti i protagonisti di quella data sono morti: vittime e carnefici. Ma non è morta ad oggi ancora la retorica “nazionalista” menzognera che mistifica la storia.
L’ufficialità afferma che la “grande guerra è stato un passaggio fondamentale nel processo di costruzione del nostro Paese, perché è nell’affratellamento delle trincee il primo momento vero in cui si sono “fatti gli italiani” così dichiarava al nome del governo l’allora sottosegretario Paolo Peluffo” nel centenario dell’entrata in guerra.
Invece, quel periodo, deve essere ricordato perché la guerra ha colpito chi l’ha combattuta allo stesso modo delle famiglie a cui queste persone sono state sottratte per essere restituite cadaveri, o non essere restituite affatto; o restituite a volte con devastazioni fisiche e psicologiche inimmaginabili. Nella I guerra mondiale tutti gli strumenti di distruzione disponibili gas, mitragliatori, aerei, artiglieria, lanciafiamme, proiettili dum-dum, sommergibili furono utilizzati su larga scala e senza limiti.
E così abbiamo coperto le atrocità della guerra con menzogne. E queste sono diventate menzogne storiche da ricordare.
La Seconda guerra mondiale.
Adolf Hitler mentì spudoratamente, nel 2 agosto del 1939, sulla persecuzione delle minoranze tedesche in Polonia e Cecoslovacchia per giustificare l’inizio della guerra e le sue invasioni. Nel caso specifico della Polonia, il governo di Hitler creò anche numerosi attacchi di ”false flag” per giustificarne l’invasione.
Ed inoltre, Hitler parlando ai suoi generali aggiunse: Fornirò un “casus belli” propagandistico. Non importa della sua credibilità. Al vincitore non chiederanno mai se ha detto la verità”.
L’invasione nazista della Polonia segnò l’inizio della Seconda guerra mondiale e della nuova comunicazione fatta di bugie ed inganni che tuttora, anche se con mezzi diversi, guidano l’avvio di guerre e conflitti.
Durante la Seconda guerra mondiale, va ricordato che morirono circa 75 milioni di persone, di cui circa 50 milioni civili, molti dei quali per genocidio, massacri, bombardamenti massicci deliberati, malattia e fame. Un triste primato: il numero maggiore di morti in una guerra di tutti i tempi.
Israele vs Palestina
Ammettiamo che l’occupazione da parte di Israele dei territori del 14 maggio 1948 sia giustificata. Diciamo pure che Israele non aveva scelta. Non chiamiamola neppure occupazione. Diciamo che è stata riconosciuta dal diritto internazionale e che il mondo l’ha approvata. Immaginiamo che i palestinesi siano grati della sua presenza. Rimane comunque un piccolo problema: l’intera faccenda si basa interamente su delle bugie.
Dall’inizio a una fine che sembra sempre più lontana, è tutto un mucchio di bugie. Non c’è una sola parola di verità. Se non fosse stato per queste bugie, difficilmente si sarebbe arrivati dove siamo oggi. Queste bugie, in alcuni casi usate dalla destra come motivo di grande vanto – “per il bene d’Israele è lecito mentire” – sono sufficienti a disgustare qualunque persona.
Tutto è cominciato con il dibattito su come chiamare la Cisgiordania e Gaza. Dai microfoni di radio Israele si decise di usare l’espressione “territori temporaneamente occupati”. È stata questa la prima bugia: lasciar credere che l’occupazione fosse temporanea e che Israele intendesse evacuare questi territori, presentati come una moneta di scambio nella ricerca della pace.
I coloni hanno mentito. I politici hanno mentito. L’esercito e l’amministrazione civile hanno mentito. Hanno tutti mentito al mondo e a loro stessi ed anche i palestinesi hanno mentito allo stesso modo.
Dopo tutte queste menzogne una sola cosa rimane: migliaia di morti, migliaia di feriti e l’insicurezza del domani per i palestinesi e per gli israeliani.
Il Vietnam
I Documenti del Pentagono hanno rivelato che il coinvolgimento USA nel conflitto del Vietnam era basato sul finto incidente nel Golfo del Tonchino.
E inoltre che l’amministrazione Johnson aveva sistematicamente mentito, non solo al pubblico ma anche al Congresso. E hanno rivelato, altresì, che la guerra fu segretamente ampliata bombardando i confinanti Cambogia e Laos.
Il peso delle bombe sganciate sui tre paesi fu il doppio di quelle sganciate su Europa e Asia durante la seconda Guerra Mondiale. Quando i cittadini USA hanno scoperto che la Guerra del Vietnam era basata su menzogne tutti si aspettavano che il governo l’avrebbe cessata ma invece continuò per molti altri anni.
L’Iraq
L’amministrazione di George W. Bush giustificò la propria invasione con la falsa asserzione che l’Iraq possedeva armi di distruzione di massa. Alcuni funzionari USA accusarono anche falsamente Saddam Hussein di ospitare e sostenere Al Qaeda. L’invasione fece parte della “Guerra al Terrorismo” che seguì agli attacchi del 11 settembre 2001, benché l’Iraq non ci avesse nulla a che fare.
Si racconta che quando a Bush dissero degli attacchi a New York e Washington, le sue prime parole furono: “Allora adesso posso attaccare l’Iraq?”
Per giustificare l’entrata in guerra contro l’Iraq, il governo USA affermò, avvalendosi di vari rapporti di spionaggio, che Saddam Hussein in spregio ai trattati internazionali avesse cominciato la costruzione di armi di distruzione di massa chimiche o atomiche. Le ispezioni dell’ONU in Iraq però non avevano fornito né allora alcuna conferma né in seguito.
Il Segretario di Stato Colin Powell non ha ancora dato una spiegazione plausibile sulle affermazioni fatte in quel suo famigerato discorso in mondovisione sulle armi di distruzione di massa. Altri importanti membri della cerchia di Bush hanno ammesso che la minaccia nucleare serviva a creare solo un consenso alla guerra.
Il bilancio dei costi umani è incerto. Un dato attendibile è quello dei 4.839 caduti tra i militari della coalizione (tra cui 4.520 soldati USA e 33 italiani).
È difficile invece separare le perdite irachene tra civili e combattenti (militari, poliziotti, miliziani, guerriglieri, terroristi). Secondo le stime pubblicate in un articolo su Plos Medicine, in nove anni di conflitto, dal 2003 al 2011, circa 500.000 iracheni hanno perso la vita, oltre il 60% delle vittime uccise negli scontri armati, gli altri sono morti per cause indirette dovute al collasso delle infrastrutture mediche e sociali.
Dopo 19anni e 5 mesi è terminata la missione più lunga delle forze armate italiane. È costata 8.8 miliardi di euro, 54 morti e 625 feriti. In Afghanistan sono passati oltre 50 mila soldati, uomini e donne che hanno cercato di dare una visione umanitaria alla missione e hanno fatto il possibile, e anche oltre. E tutto questo nostro impegno insieme con mezzo mondo non ha risolto uno solo dei problemi dei diritti civili in Afghanistan. I talebani avanzano sempre più forti.
Afghanistan
La storia segreta della guerra in Afghanistan, fatta di dubbi, bugie e statistiche manipolate l’ha pubblicata il Washington Post in duemila pagine di inchiesta con interviste a generali e diplomatici: da Bush a Biden, passando per Obama e Trump, storia di come tutti hanno fallito. Tutti!
In principio – osserva il quotidiano – la logica che ha guidato l’invasione dell’Afghanistan era chiara: distruggere al-Qaida, rovesciare i talebani e impedire una ripetizione degli attacchi terroristici dell′11 settembre”.
Sono bastati pochi mesi per far finire le amministrazioni Usa in un pantano che ha ricordato l’esperienza vietnamita.
I media più importanti di stampa e tv non ci hanno raccontato la vera storia di come l’Afghanistan fu invaso dagli USA e dai loro alleati.
Ecco un articolo di Medea Benjamin e Nicolas J.S. Davies su quell’invasione, che rivela che poco dopo gli attacchi dell’undici settembre Donald Rumsfeld tenne un incontro con i suoi colleghi in una parte intatta del Pentagono, in cui disse: “Tanto meglio e alla svelta. Valutate se è conveniente colpire al tempo stesso Saddam Hussein e non solo Osama Bin Laden… Andateci pesanti. Coinvolgete tutto: roba collegata e no”.
In poche ore dagli attentati, i capi militari furono impegnati ad utilizzare “l’effetto Pearl Harbor” per giustificare guerre su scala globale.
L’invasione dell’Afghanistan è stata non solo criminale, ma anche del tutto superflua. I talebani s’erano offerti di consegnare Osama Bin Laden agli Stati Uniti se veniva fornita prova del suo coinvolgimento negli attacchi.
Offerta ignorata, così cominciò il bombardamento sugli afghani.
La storia sulla guerra afghana è tuttora preclusa dai media odierni. E le bugie fanno da padrone non solo sull’inizio della guerra ma anche durante e soprattutto alla conclusione della guerra stessa.
L’unica certezza è che negli ultimi 19 anni, oltre 800.000 truppe statunitensi sono state schierate in Afghanistan, 2.500 sono morti sul campo e 21 mila sono tornati a casa feriti, secondo i dati ufficiali. L’esercito degli Stati Uniti riconosce che i talebani sono più forti ora che in qualsiasi momento dal 2001.
Dopo 19anni e 5 mesi è terminata la missione più lunga delle forze armate italiane. È costata 8.8 miliardi di euro, 54 morti e 625 feriti. In Afghanistan sono passati oltre 50 mila soldati, uomini e donne che hanno cercato di dare una visione umanitaria alla missione e hanno fatto il possibile, e anche oltre. E tutto questo nostro impegno insieme con mezzo mondo non ha risolto uno solo dei problemi dei diritti civili in Afghanistan. I talebani avanzano sempre più forti.
Eppure, dopo una sconfitta così eclatante, non vi è stata un bilancio pubblico per i fallimenti strategici dietro la guerra più lunga della storia.
Russia vs Ucraina
L’insurrezione del Donbass, è iniziata nel 2014 e ha fatto già almeno 14mila vittime. Alla sua base ragioni geopolitiche e le tensioni di un Paese diviso tra Occidente e Oriente
Lo scontro tra le forze ucraine e i separatisti, che tutti ritengono supportati da Mosca nonostante il Cremlino abbia sempre negato, si trasformò in un vero e proprio conflitto che ad oggi ha fatto almeno 14mila morti.
Oltre 730mila persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case dall’inizio delle ostilità.
Senza che niente sia stato fatto, a parte gli accordi del 2015 peraltro subito sconfessati sul territorio di guerra. Ed oggi per nascondere o per motivi di bilanci interni e di guerra di questa o quella nazione Russia e Usa si stanno fronteggiando in una guerra di bugie e di inganni.
Molti media come negli eventi passati e raccontati prima hanno preso posizione nascondendo la verità e assecondando il potente di turno.
A queste potrei aggiungere i conflitti africani: Etiopia, Nigeria, Congo e tanti altri nel mondo.
Vorrei chiudere con una frase positiva questa cavalcata tra le bugie criminali delle guerre.
Se la guerra può essere innescata dalle bugie la pace può essere ottenuta solo con la verità
Giuseppe Esposito
Ancora una volta molti sono gli spunti di riflessione e molti altri quelli che si possono collegare in un sostanziale approccio ipertestuale.
Ma quello che più lascia il segno è il concetto con cui questa settimana si chiude l’articolo, che apre ad una serie infinita di link nei più vari ambiti delle relazioni sociali, ma anche interiori, perché spesso mentiamo anche a noi stessi e su quelle menzogne si reggono i conflitti interiori in fondo.
Se la guerra può essere innescata dalle bugie la pace può essere ottenuta solo con la verità.