Allora ci siamo.
Stanno portando a decidere tutti noi verso una guerra indiscriminata in maniera coercitiva e falsata, tra un pranzo, un TG, un talk ed una cena come degli incoscienti ci stiamo cadendo.
Certo noi stiamo vivendo con la guerra al confine e nel contempo però pensiamo che la cosa non ci riguardi più di tanto e continuiamo a vivere come una sciagura inevitabile il conflitto in terra dell’Est.
Muoiono migliaia di persone, donne, bambini, giovani, soldati e non in una guerra che uccide e coinvolge in Ucraina una moltitudine di persone ed in Russia molti soldati perlopiù adolescenti.
È la guerra dei poveri, la guerra degli ultimi, la guerra degli esclusi. Una guerra che non si dovrebbe mai fare, come tutte le altre in giro per il mondo.
La vera guerra che è quella finanziaria ed economica si sta misurando tra i potenti sulla pelle dei deboli e ignari.
Tra i blocchi contrapposti: l’occidente da un lato e la nuova alleanza Russia-Cina-India dall’altra.
Per il momento paesi dell’Asia (gli Arabi ricchi) per capirci in particolare si stanno arricchendo ancor di più restando alla finestra del conflitto.
Qualche settimana fa apostrofavo tutti i coinvolti in questa scellerata guerra, invasione, occupazione di essere ipocriti. Capi di stato, giornalisti e finti o vecchi tromboni di guerra. Li accusavo di non voler capire cosa stava accadendo e nascondevano la testa sotto un dito di sabbia.
Mi sbagliavo la loro posizione è ancor peggiore ed ignobile!
Questi soggetti degli ignobili sciacalli che portano ad un livello altissimo l’escalation della guerra, prima svendendo armi l’uno e all’altro (di costruzione ante anni 40) così da liberare i magazzini impolverati e poter ordinare ulteriori strumenti di morte e più moderne armi per sé e per gli alleati diretti.
Il secondo scopo, ancor peggiore se possibile, è quello di scommettere sulla ricostruzione del paese in guerra. Soldi a pioggia in aiuti e aziende che arriveranno a presidiare la rinascita occidentale dell’Ucraina. Senza Crimea e Donbass lasciata alla Russia.
Un pezzo di lavoro affidato agli Usa, quest’altro alla Turchia, un pezzettino alla Gran Bretagna, ed un altro alla Francia e noi Italiani battiamo le mani e svendiamo le nostre imprese.
E poi ecco la guerra si apre sul Giappone e la Corea del Nord. Altro giro ed altra corsa.
E poi si riaccende la Palestina ed Israele. Altro giro ed altra corsa.
E poi la Cina vorrà occupare Taiwan. Altro giro altra corsa.
E poi……la fine del mondo
Crediamo veramente che la guerra non si possa cessare subito? Io ci credo!
Può cessare credendo nelle proprie idee di pace, portando i nostri militari (americani, francesi, spagnoli, italiani, inglesi, tedeschi, ecc) sul territorio Ucraino e combattendo contro l’invasore Russo in questo caso.
Bisogna gridare forte, credendo nella pace: smettila Biden di essere accattone e codardo, tirando il sasso e nascondendo la mano, smettila Zelensky di far morire persone inutilmente solo per pubblicare video e per i followers, smettila Macron di lucrare sulla pelle degli Ucraini per la tua elezione e per i tuoi interessi e principalmente smettila Putin di invadere l’Ucraina con morti e sfollati e uccidere i tuoi giovani russi inviati a loro insaputa in una guerra senza senso, smettila Boris Jonson di aumentare la tensione solo per vendere più olio nero del Mar del Nord.
E potrei continuare all’infinito. Con Israele, Turchia, e tanti altri.
Cambiamo l’Europa con l’esercito collettivo di difesa ma cambiamo anche la partecipazione degli stati all’Europa. Le mire espansionistiche di alcuni paesi e della finanza dell’euro sono state una chimera ed un danno per la vera Europa.
Dobbiamo credere in una Europa degli europei ritornando ai veri valori di Spinelli e Rossi ancora moderni e pieni di significato ben scritti nel Manifesto di Ventotene che vi invito a rileggere.
A buon intenditori poche parole e concludo con le parola di Spinelli: “La via da percorrere non è facile, né sicura. Ma deve essere percorsa e lo sarà”
Ci sentiamo la prossima settimana ma nel frattempo continuiamo a gridare forte il nostro NO alla guerra.
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