Così ha inizio oggi questo mio sfogo e questo mio appuntamento di Politicamente Scorretto.
È martedì ed oggi mi sento rabbioso, deluso ma principalmente confuso. Volevo saltare l’impegno preso con me stesso del martedì ma poi mi sono ricreduto per “cantarne due” a tutti quelli che sulla guerra si stanno arricchendo. Anche non solo economicamente.
Le immagini di questi 14 giorni di guerra mi hanno fatto capire quanto siamo tutti noi ipocriti o meglio i nostri governanti cioè la nostra dirigenza politica è ipocrita.
Un paese la dirigenza politica, il governo, se lo sceglie quindi la classe politica è l’espressione del popolo. Quindi noi siamo ipocriti per le loro scelte ipocrite.
E lo saremo sempre di più se non facciamo scelte giuste e veloci in questa guerra barbara e incontrollata. Dove a pagare è la povera gente di questo e dell’altro paese in conflitto.
Russi e Ucraini uniti dallo stesso dolore. In questa guerra, invasione o conflitto ognuno tende a sostenere un attore in gioco e nessuno sostiene realmente la popolazione, i cittadini di Kiev o di Mosca. Mettendo in piedi spettacolari campagne mediatiche:meglio se ci sono bombardamenti, morti, feriti e ancor di più se sono bambini. Così tutti i TG del mondo parleranno di violenze.
Ipocriti che non siete altro.
Ci sono tre sfumature di ipocrisia. Tre ipocriti in gioco in questa guerra.
Il primo tipo di ipocrita è un simulatore di atteggiamenti che adotta comportamenti variabili e non sinceri secondo le circostanze.
E qui ci troviamo dentro alla definizione tutto il governo giallo-verde del Conte 1 e anche molti esponenti di primo piano dell’attuale scenario politico italiano. Tutti con Putin e la grande madre Russia e poi oggi sono diventati degli Ucraini convinti… a parole.
Ripetono a pappagallo qualche frase di difesa dei diritti umani ma poi vendono armi (della Leonardo o di Fincantieri o di altre aziende italiane) agli ucraini. Va ricordato, però, che in passato “abbiamo” già venduto armi alla Russia.
I signori Salvini, Conte, Di Maio fino al presidente della commissione esteri del senato Petrocelli. Per non citare i D’Alema, Boldrini, Fassina per citarne solo alcuni fanno parte di questo gruppo.
Il secondo tipo di ipocrita usa false parole e con motivi ignobili raggira e finge comprensione o buone intenzioni ma in effetti sta solo celando ostilità .
Questo è il caso del Presidente Biden che per vincere una sua battaglia interna agli USA si lava la bocca di democrazia ma non interviene in prima persona con il suo paese a difesa degli ucraini. La guerra si fa lontana da casa e spendendo un po’ di soldi per il maquillage. Che sia la Polonia a sporcarsi le mani o la Finlandia o la Moldavia o tutta l’Europa ma non gli americani.
Il terzo tipo di ipocrita è chi compatisce senza una vera convinzione né iniziativa in merito.
E sono quei politicanti di Cina, Turchia, India e tutti gli altri 31 paesi che si sono astenuti alla votazione dell’Onu contro l’invasione della Russia in Ucraina. Ebbene questi paesi da soli rappresentano la maggioranza dei cittadini del mondo. Una grande maggioranza. Anche però una grande perdita di democrazia.
Per non essere ipocrita cosa dovremmo fare? Possiamo cambiare qualcosa? Se al posto delle armi mandassimo i soldati dell’Onu a difendere le città Kiev e Odessa? Se le stesse forze ONU assistessero alle manifestazioni in Russia come forza di peacekeeping?
Attaccare le forze ONU disarmate non sarà possibile né per la Russia né per altre nazioni e ci sarebbe un presa di posizione chiara e finalmente avremo una polizia mondiale che non appartiene a nessun paese. Cambiamo il regolamento dell’ONU. La pace non ammetti i veti.
Un modo nuovo per emulare il Mahatma Gandhi.
Non vendiamo più armi, non facciamo circolare strumenti di morte, non armiamo nuovi e futuri terroristi e principalmente salviamo la vera pace.
Usiamo la forza della democrazia guadagnata con dure guerre, da vincitori o perdenti, per debellare la stortura della violenza. Abbiamo vissuto, o meglio, ci hanno raccontato della seconda guerra mondiale e non ripetiamo più gli stessi errori.
Oggi mi fermo qua.