Dopo un lungo e faticoso tour di ben 7 votazioni siamo giunti “sulla finta richiesta dal basso” alla rielezione dell’onorevole Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica.
In queste ore, in attesa del giuramento alla Camere, tutti i player di questa partita si sono detti contenti e felici della soluzione adottata.
Anzi si sono incamminati, nella giornata di sabato, per supplicare il Presidente Mattarella di rivedere la sua posizione contraria al bis al Quirinale e ad accettare il reincarico per togliere le castagne dal fuoco al governo ed i partiti ma non i cittadini. Se avessero avuto a cuore il bene dei cittadini, questi pseudo capi partito, si sarebbero dovuti dimettere in massa essendo incapaci di svolgere il mandato dato da noi cittadini.
Pur avendo, per mesi, Mattarella spiegato che i padri costituenti avevano voluto in 7 anni la durata dell’inquilino al Quirinale per evitare la rielezione ma non aveva del tutto esclusa la possibilità per poter essere usata solo in casi gravi che avessero colpito la democrazia quale la guerra, i colpi di stato e poco altro.
Il nostro Presidente ha dovuto “obtorto collo” accettare la rielezione per il bene degli Italiani ma non certo per la politica e per i politicanti che non ci-rappresentano .
Un Presidente che nel settennato precedente ha già dato dimostrazione di essere un fine politico, un attento giurista ed un grande conoscitore della Costituzione. Sono sicuro che sarà vicino all’Italia e agli italiani con tutte le sue forze e la sua intelligenza, nonostante tutto.
Per fortuna che in Italia abbiamo la coppia vincente Mattarella-Draghi che ci protegge e ci porterà fuori da questa situazione di imbarazzo istituzionale.
Potrei aggiungere che, forse, con loro alla guida non abbiamo bisogno di altro.
Tornando alla pantomima dell’elezione sono stati sei giorni incredibili, neanche il miglior autore di sceneggiati o di film avrebbe immaginato una farsa o una commedia come lo spettacolo a cui abbiamo assistito, se non fosse stata drammatica nel contenuto e nella prospettiva ci sarebbe stato tanto da ridere.
Abbiamo vissuto la fiera della ipocrisia, il campionato delle bugie, i colpi di teatro finti, il torneo delle storie inventate e i vinti tramutati in vincitori come il miracolo del Vangelo dell’acqua tramutata in vino.
Mai la politica era scesa a livelli così bassi e i leader aver così poco spessore politico.
Dare pagelle ai leader dei partiti ? Non servirebbe a niente, sono inclassificabili non conoscendo le basi della decenza politica e della costituzione democratica.
Ci rappresentano ancora?
No, e bisogna mandare a casa questi professori di analfabetismo costituzionale che si sono mossi nei passaggi per la elezione del Presidente, come elefanti in una cristalleria, spinti ad ascoltare la voce dei social per aumentare quel punticino in più nei sondaggi anche se solo virtuali. E allora si bruciano nelle votazioni nomi del calibro della Casellati, Presidente del Senato, della Belloni direttore del DIS, di Casini o del professore Cassese solo per citarne alcuni.
Ci rappresentano ancora?
No, e bisogna mandare a casa questi leader che hanno pensato più alle loro beghe interne che al bene del paese dimostrando tutta la loro incapacità. Conte contro Di Maio, Salvini contro Giorgietti, Meloni contro Berlusconi e Salvini, Conte e Salvini contro Letta. Franchi tiratori nemici e amici dello sfottò. Tutto ciò condito da interviste compiacenti, articoli dettati, giornali e tv schierate con questo e con quel leader, maratone elettorali di supporto a candidati e a movimenti.
Ci rappresentano ancora?
No, e bisogna riappropriarsi della nobile arte della politica diffusa cominciando a costruire un pensiero legato più al territorio che all’amicizia col capo. E forse si eviteranno i 300 passaggi casacche, la politica del voto su richiesta in aula per essere ricandidato. E non si può tirare avanti solo per arrivare al diritto de lla pensione con i 4 anni sei mesi e un giorno.
Ci rappresentano ancora?
No, e bisogna rinnovare la classe dirigente di questo paese facendo comprendere a tutti che la costituzione va rispettata e la politica fa proposte per tutti o meglio che vadano bene a tutti. Sempre nel rispetto dei numeri e della rappresentanza. Le vecchie scuole di partito, la carriera che iniziava facendo l’attivista e passava per le varie tappe elettive fino al Parlamento. E sentire sulle spalle il peso delle scelte da fare in politica.
Ci rappresentano ancora?
No, e va ribadito, a chiare lettere, che la campagna elettorale dura due mesi ma poi si deve governare nel rispetto delle regole democratiche di maggioranza e opposizione e delle leggi vigenti. Stiamo vivendo dal 1994 in campagna elettorale perenne. Pensavo che fosse legato solamente ad un periodo storico invece mi rendo conto che sta diventando una abitudine ed un alibi per non governare.
Ci rappresentano ancora?
No, va proposta una legge elettorale proporzionale, con la preferenza, che faccia sentire legato il parlamentare con il territorio. E che la vigilanza del territorio sia vera e costruttiva. E non essere amico del leader di turno che decide per e della tua elezione. Un parlamentare non può avere come suo elettore (unico) il capo del movimento e del partito che forma le liste alle elezioni.
Se cambieremo alla prossima elezione del Presidente della Repubblica ci arriveremo con idee chiare e con i cittadini che vedranno di nuovo la politica con P maiuscola.
Si tornerà a votare con piacere. La spinta alla partecipazione popolare sarà di nuovo un punto centrale della convivenza politica. Gli eletti non saranno più considerati dei scansafatiche arrivati a quel posto di parlamentare con poche decine di voti sulla piattaforma o per essere amico del capo di turno.
Tornerà la classe politica ad essere guida del paese e non succube dei sondaggi e dei mal di pancia?
Lo spero per noi e per la nostra Povera Patria:
Giuseppe Esposito
Sulla sinistra si può ascoltare il podcast